"FARE RICERCA E' LA NOSTRA FORZA"
Il settore civile offre ancora molti sbocchi, ma il futuro è della meccatronica
TRENTO - "La ricetta segreta del successo di Ingegneria? Il clima. Un clima
molto positivo, unito, coeso. Grande collaborazione, all´interno di una facoltà
particolarmente giovane (docenti per lo più quarantenni, età media 10 anni al di
sotto della media nazionale). Ogni cosa viene discussa insieme. E le decisioni
vengono prese in modo sinergico. Tutto questo si traduce in una forte
interdisciplinarietà. E in molta voglia di fare. Favorita da contatti
internazionali di altissimo livello". Davide Bigoni, 44 anni, bolognese, è il
vulcanico direttore del Dipartimento di Ingegneria meccanica e strutturale della
facoltà di Ingegneria di Trento. Docente di Scienza delle costruzioni, è
particolarmente entusiasta del il suo lavoro e della la città in cui ha scelto
di trasferirsi a vivere con la famiglia.
Quali sono i fiori all´occhiello
di Ingegneria a Trento?
"Prima di tutto i laboratori. I nostri sono di
livello europeo. Ben gestiti, bene attrezzati. Dove si studia e si fa ricerca.
Penso in particolare al laboratorio di Ingegneria ambientale, a quello di
Strutture, a quello di Meccanica e meccatronica. Poi i contatti internazionali.
Abbiamo moltissimi visiting professor, di altissimo livello, nelle diverse aree.
Ha appena tenuto da noi un corso di due settimane, per esempio, Ray Ogden, uno
dei massimi esperti mondiali di meccanica dei solidi, docente di Matematica
presso l´Università di Glasgow".
Molti studenti, affascinati da Internet
e dal mondo della telefonia, sembrano preferire il corso di laurea in Ingegneria
delle telecomunicazioni.
"Questo è un settore fortemente emergente
all´interno dell´Ingegneria. L´elettronica è maturata nelle telecomunicazioni.
Trent´anni fa c´era l´ingegnere elettronico. Oggi l´elettronica si è sviluppata
all´interno della meccatronica, unione tra meccanica ed elettronica, per
ottenere oggetti intelligenti, e nelle telecomunicazioni".
Ci parli di un
progetto che le sta particolarmente a cuore.
"Nel campo della bioingegneria
stiamo per avviare una ricerca sul funzionamento meccanico del cervello umano,
in collaborazione con esperti in neuropsichiatria. I risultati potrebbero essere
molto importanti per la cura dei pazienti che hanno subito traumi
cerebrali".
E una nuova frontiera dell´ingegneria?
"Le "strutture
intelligenti". Strutture che quando si rompono segnalano via Internet che si
stanno rompendo. Strutture capaci di parlare attraverso sensori. Come i nuovi
ponti intelligenti. Il nostro gruppo di meccatronica sta studiando, in questi
giorni, l´invio nello spazio di una sonda per misurare le onde gravitazionali.
Un lavoro che viene fatto in collaborazione col Dipartimento di Fisica, in
collaborazione con la Nasa e con l´Ente spaziale europeo".
Nessuno si
occupa più della cara vecchia Ingegneria civile?
"Ma certo. E´ molto
importante bilanciare, nella preparazione dello studente, le nuove tendenze con
una solida preparazione di base, tradizionale. L´ingegnere civile ha ancora
moltissimi sbocchi professionali, presso studi professionali e società di
progettazione di opere, impianti e infrastrutture, gestione e controllo di
sistemi urbani. Non bisogna dimenticarlo".
Quali programmi di doppia
laurea avete avviato?
"La facoltà permette agli studenti dei corsi di
Ingegneria civile, Ingegneria per l´ambiente e il territorio e Ingegneria dei
materiali, di seguire specifici programmi di studio integrato, che consentono di
ottenere due titoli accademici: la laurea italiana e quella austriaca rilasciata
dall´Università di Innsbruck, oppure quella tedesca, rilasciata dall´Università
di Freiberg.